Catalognadi Mario Monforte

Il 27 ottobre 2017, verso metà del pomeriggio, il parlamento catalano ha proclamato la costituzione della Repubblica di Catalogna, come realtà effettivamente autonoma, perciò indipendente dal Regno di Spagna, dato ciò che è questo Regno. I catalani ormai non potevano, né dovevano, fare altro: per tutelare la loro realtà, storica e attuale, la loro autonomia, il loro presente e il loro futuro (peraltro sono autonomisti e repubblicani da sempre, dal tempo della guerra civile del 1936-39, in cui hanno combattuto i golpisti di Franco con estremo valore).

A fronte vediamo il bieco Rajoy, con il patibolare re Felipe, a capo di uno Stato che è post-franchista ma non anti-franchista, quindi para-franchista (ossia fascista, ma pare addirittura quasi un’offesa perfino al fascismo assimilarlo all’ottusità brutale e retriva di Franco e franchisti), che è diventato Regno, restaurato con tanto di Borboni, morendo, dal dittatore Franco: duramente centralista, liberale su alcuni versanti, ma sotto “strettoie”, cioè di destra, di estrema destra. E il post-franchismo ma non anti-franchismo quindi para-franchismo caratterizza il Partito popolare spagnolo, ma anche una serie di posizioni di fondo dello stesso Psoe (Partito socialista operaio spagnolo: che cosí disonora il suo stesso nome). E Rajoy con il suo partito sono affiliati nell’Ue al Partito popolare europeo, a cui (ma guarda un po’!), è affiliato anche Berlusconi con la nostrale Forza Italia. E il bolso è Tajani, presidente del parlamento Ue, che, insieme a quel figuro di Juncker, si è affrettato a proclamare che l’Ue non riconoscerà la Repubblica di Catalogna – e se ne dubitava?

L’Ue vuole Stati “integri” al proprio servizio e delle oligarchie europee e degli stessi diversi Stati-membri , e lo stesso «no» ha vociferato il nostrale ministro degli Esteri, l’ineffabile Alfano… L’Ue riconosce «lo Stato di diritto», quindi l’indipendenza catalana, non essendo sancita dal diritto del Regno di Spagna, è «illegale», mentre «la legalità è la democrazia». Affermazioni buone per politicanti, pennivendoli e televendoli, rimbambiti vari: era dunque illegale combattere contro il nazismo e il fascismo, tutti senz’altro legalizzati, o contro i regimi stalinisti, tutti legali? E come la si mette con il riconoscimento sollecito di Croazia, Slovenia, fino al Kossovo (centrale di delinquenti), con tanto di intervento Nato (e bombardamento di Belgrado: infamia anche per l’Italia, i cui bombardieri vi hanno partecipato). La Jugoslavia non era legale, non aveva una statuizione «di diritto»? Per non dire del riconoscimento delle repubbliche baltiche, e del riconoscimento del colpo di Stato in Ucraina … Ma è inutile proseguire con il discorso sulla legalità=democrazia: basti dire e ribadire che è la democrazia che fa le sue leggi, e non viceversa. Ed è inutile proseguire con quell’obbrobrio che è l’Ue (con Nato sottesa), considerazione da estendere ai suoi fautori: politici e forze politiche, media, “esperti” … di nulla fuorché di ruffianaggine, e bande di ripetitori, come pappagalli parlanti.

La Catalogna, procedendo come vuole e deve, con determinazione, e affrontando l’isolamento, apporta a ogni modo un bel colpo allo sconcio Regno di Spagna e, comunque e soprattutto, apre una breccia (ulteriore) volta al dissolvimento della sconcia Ue, verso una prospettiva di confederazioni di realtà piú circoscritte, quindi (potenzialmente) non solo meglio gestite, ma anche piú democratiche. E che fare davanti all’isolamento in cui si vuole serrare la Catalogna? Sarebbe necessario concorrere a romperlo, ponendo il riconoscimento della Repubblica di Catalogna negli impegni politici delle forze che vogliono superare l’inaccettabile situazione presente. E sarebbe piú che utile, da subito, se la richiesta di questo riconoscimento venisse posta nei consigli regionali e comunali (dove il riconoscimento può comunque essere presentato e attuato), e fatta passare laddove se ne abbia la forza. Certo, bisogna rendersi conto che è difficile che tale indicazione sia qualcosa di piú di un auspicio: vi si oppongono e contrappongono “opportunità” politiche (ossia opportunismi), indecisione sull’Ue-euro (e Nato sottesa) che un po’ si critica e un po’ no (alla maniera della politica in corso, la politica del mezzo-e-mezzo), penetrazione dell’idea (mistificante) di legalità=democrazia (nei cervelli da acciuga di politicanti e adepti vari). Ma questa resta un’indicazione valida da far “girare”, contando sugli sviluppi futuri. Ma in base a quanto è fuori discussione (perché è inutile, anzi negativo, farlo con politicanti, pennivendoli e televendoli, e bande di tifosi, oche e mentecatti), cioè: W la Catalogna! E la prospettiva che apre.