Dopo l’armistizio dell’8 settembre tra l’Italia e i governi alleati e la fuga a Brindisi del re Vittorio Emanuele III insieme alla famiglia e al capo del governo Pietro Badoglio, iniziò lo sbandamento e lo sfacelo dell’esercito regio. Contemporaneamente le forze armate tedesche occuparono il territorio, riprendendo possesso delle città, e i fascisti si riorganizzarono; in particolare venne creato il Battaglione Muti, che collaborava con i nazisti nella repressione degli oppositori, e il Reparto Servizi Speciali comandato da Mario Carità, che divenne tristemente noto per la ferocia delle torture.

Nello stesso periodo anche gli antifascisti iniziarono a riorganizzarsi. A Firenze il Comitato Interpartiti, che si era formato alla fine del 1942 e che si riuniva per lo più a casa del medico socialista Gaetano Pieraccini, con Enzo Enriques Agnoletti e Carlo Furno del Partito d’Azione (PdA), Alfredo Bruzzichelli e Diego Giurati del Partito Socialista, Mario Augusto Martini e Adone Zoli della Democrazia Cristiana, Giulio Montelatici del Partito Comunista, e alle cui riunioni interveniva anche l’avvocato Enrico Bocci, diventò il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale.

L’Istituto Geografico Militare e l’Istituto Farmaceutico, complessi militari di particolare importanza, furono occupati dai nazisti che ne requisirono i materiali. Il 6 novembre la Sinagoga fiorentina venne invasa dai nazisti e dai fascisti e iniziò la sistematica ricerca degli ebrei per la loro deportazione in Germania.

Il 25 settembre la città subì il primo bombardamento che, avendo come obiettivo la stazione ferroviaria del Campo di Marte, colpì i quartieri tra il Viale dei Mille e i viali di circonvallazione causando decine di morti.

In questi mesi cominciarono a nascere anche le prime formazioni partigiane, formate da antifascisti e militari sbandati o renitenti, con il primo scontro armato a ottobre, presso la cappella di Ceppeto a Monte Morello, poi a gennaio a Valibona e con le prime azioni cittadine dei GAP (Gruppi di Azione Patriottica).

In questo contesto nasce l’iniziativa della Commissione Radio (CO.RA) del PdA e matura la scelta dei giovani fisici dell’ateneo fiorentino Carlo Ballario, Michele Della Corte e Tito Franzini di aderirvi[1].

Carlo Ballario e Michele Della Corte erano due giovani fisici che si erano formati alla Scuola di Arcetri, creata da Antonio Garbasso, fisico piemontese chiamato nel 1913 a ricoprire la cattedra di Fisica e la carica di Direttore dell’Istituto di Fisica all’Istituto Superiore di Studi Pratici e di Perfezionamento di Firenze. Garbasso, oltre a costruire il nuovo Istituto di Fisica sulla collina di Arcetri, con grande lungimiranza riuscì a creare una scuola di giovani fisici molto brillanti che raggiunsero presto fama internazionale. Negli anni venti un gruppo formato da Rita Brunetti, Franco Rasetti e Enrico Fermi e negli anni trenta da Bruno Rossi, Gilberto Bernardini, Enrico Persico, con i quali si laurearono i primi studenti della neonata Università di Firenze, Giuseppe Occhialini, Giulio Racah, Daria Bocciarelli e Lorenzo Emo Capodilista. Il gruppo di ricercatori degli anni trenta dette un grande impulso alla ricerca sui raggi cosmici e alle tecniche teoriche e sperimentali con cui studiarli, con scambi scientifici frequenti con il gruppo romano di Enrico Fermi. La fisica del Novecento deve molto alla scuola fiorentina di Arcetri e a quella romana di Via Panisperna.

Garbasso fu anche Sindaco di Firenze, eletto con il Blocco Nazionale, costituito da liberali, radicali, repubblicani e riformisti. In questo ruolo, Garbasso svolse nel 1924, durante la crisi politica creatasi dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti, un ruolo importante per la stabilità del governo Mussolini, convincendo i consiglieri comunali liberali a rinnovare la fiducia dell’amministrazione comunale al governo (Palla, 1978). Inoltre il 31 dicembre 1924 intervenne, nella sua veste di Sindaco, all’adunata fascista che si svolse prima in Piazza Santa Maria Novella e poi in Piazza della Signoria e, dopo la quale, squadre di fascisti devastarono la sede del Circolo di Cultura Politica, fondato da Piero Calamandrei e Gaetano Salvemini, e quella del Nuovo Giornale (E. Rossi, in Salvemini, Calamandrei e Rossi 1955).

Ballario (1915-2002) era nato a La Spezia e, dopo la maturità al Liceo Galileo di Firenze, nel 1933 si iscrisse a Fisica presso l’Università di Firenze, dove si laureò nel 1938 con una tesi sui raggi cosmici. Dal 1939 al 1941 fu assistente volontario e dal 1941 al 1942 assistente incaricato all’Istituto di Fisica di Arcetri.

Della Corte (1915-1999) era nato a Siena; dopo aver conseguito il diploma dell’Istituto Tecnico Inferiore si trasferì a Firenze per frequentare il Liceo Scientifico e poi iscriversi a Fisica, dove si laureò nel 1938 con una tesi sull’effetto termoionico. Dal 1938 al 1939 fu assistente volontario, poi incaricato e dal 1939 assistente di ruolo ad Arcetri. Della Corte e Ballario, appena laureati, continuarono l’attività di ricerca con un esperimento sull’assorbimento dei raggi cosmici sotto roccia all’interno di una galleria della vecchia linea ferroviaria Firenze-Bologna.

Franzini (1902-1989) era nato a Genova, dove nel 1926 si era laureato in Fisica. Fu assistente a Pavia dal 1928 al 1937, periodo in cui si dedicò a misure di conducibilità e di effetto termoionico nei metalli. Nel 1937 si trasferì a Firenze dove rimase fino al 1944 e dove tenne, come Professore incaricato, il corso di Fisica teorica.

Della Corte nel 1941 partì per il servizio militare, prima in fanteria poi nel 1942 alla Scuola di Applicazione della Regia Aeronautica delle Cascine dove incontrò il cap. Italo Piccagli, che dirigeva il Gabinetto di Navigazione Aerea e di Meteorologia.

Italo Piccagli (1909-1944), nato a Firenze, dopo una prima formazione all’Accademia Navale di Livorno era diventato ufficiale pilota all’Accademia Aeronautica di Caserta. Esperto di ottica, meteorologia e di navigazione aerea, laureato in Scienze nautiche nel 1942, aveva anche partecipato al seminario matematico, fisico, astrofisico di Arcetri per tre volte nel 1941-42, tenendo conferenze sui metodi di navigazione aerea e sulle previsioni meteorologiche[2]. Antifascista, animato da un grande spirito patriottico, poco prima dell’8 settembre propose a Della Corte il salvataggio della strumentazione dei Laboratori di Meteorologia e di Navigazione Aerea della Scuola. Il materiale fu portato ad Arcetri dallo stesso Della Corte e nascosto nei locali dell’Osservatorio Astrofisico e dell’Istituto di Fisica. Piccagli, per precauzione rispetto a possibili perquisizioni delle SS, aveva preparato dei falsi documenti che attestavano la spedizione del materiale alla Scuola di Caserta, allora in territorio già controllato dalle truppe alleate.

Successivamente Piccagli invitò Della Corte a una riunione di preparazione della CO.RA che si tenne in un appartamento in Piazza Santa Croce alla presenza di un gruppo di uomini del PdA di cui Della Corte conosceva il solo Piccagli. Il primo ricetrasmettitore, acquistato a Bologna, fu trasportato all’Istituto di Fisica da Carlo Ballario e dalla sorella Cristina e fu sistemato nelle vetrine lungo i corridoi insieme agli strumenti di fisica. Quando si trasmetteva da Arcetri, generalmente in tarda serata, Della Corte montava l’apparecchiatura nel suo studio dove veniva raggiunto da un radiotelegrafista per la trasmissione in Morse dei messaggi.

Della commissione tecnica oltre a Ballario, Della Corte e Franzini, faceva parte anche Luigi Morandi. Il collegamento con i politici era tenuto da Ballario.

Luigi Morandi (1920-1944), nato a Firenze, fin da piccolo si era appassionato alla tecnologia radio, grazie anche al fatto che il padre Angelo era proprietario della «Radio Officina Morandi Angelo». Dopo la maturità al Liceo Scientifico Leonardo da Vinci si iscrisse nel 1938 al biennio di Ingegneria a Firenze per poi chiedere il congedo per passare all’Università di Bologna. Aveva in camera un apparato per comunicare con colleghi inglesi e americani, un’attività pericolosa che aveva insospettito i vicini a causa dei disturbi sui loro apparecchi radio. Per evitare problemi alla famiglia, Luigi, per un periodo, si era trasferito a Milano per lavorare all’industria Geloso e poi a Bologna alla fabbrica Ducati. Richiamato nel ’41, diventato radio telegrafista dell’esercito, dopo l’8 settembre rifiutò di presentarsi al suo reggimento e iniziò l’attività con radio CO.RA.

La seconda figura fondamentale di radio CO.RA, dopo Piccagli, fu Enrico Bocci (1896-1944). Nato a Firenze, studiò al Liceo Galileo e nel 1921 si laureò a Roma in Scienze Giuridiche. Insegnò Legge a Arezzo, Pistoia e poi a Firenze, dove iniziò anche la carriera di avvocato civile. Partecipò alla Prima guerra mondiale e fu decorato al valore militare. Nel suo studio nel 1924, subito dopo il delitto Matteotti, si tenne la prima riunione fiorentina dell’associazione clandestina Italia Libera, con Carlo Rosselli e altri, e sempre nel ’24 partecipò, nella casa di Carlo e Nello Rosselli, alla fondazione del giornale antifascista Non Mollare con Nello Traquandi e Gaetano Salvemini.

Fin dall’8 settembre i dirigenti del PdA si erano preoccupati di creare un collegamento radio con i centri del Nord, con gli Alleati, con il governo del Sud e con le formazioni partigiane. Superate varie difficoltà tecniche, quando tutto sembrava pronto, furono scoperti i centri radio di Milano e Genova e quindi il programma fu sospeso. Il progetto del collegamento con i partigiani, ovvero la costruzione di piccole radio da campo alimentate a pile, utilizzando materiale acquistato e in parte “fornito” da istituti universitari, continuò fino al 7 giugno ma le radio incontrarono difficoltà a trasmettere sulle distanze di funzionamento maggiori di 20 km[3].

Bocci, nel gennaio 1944, riuscì a mettersi in contatto con una missione alleata formata da Nicola Pasqualin e Renato Levi, detto il Pomero, che era riuscita ad arrivare da Barletta a Firenze fornita di una radiotrasmittente. Grazie a questo contatto, nacque una nuova iniziativa CO.RA, alla quale parteciparono, oltre a Bocci, la sua moglie Mitzi, la sua segretaria Gilda Larocca, Piccagli, Pasqualin, Levi, Ballario, Della Corte, Franzini, Morandi e, da maggio, il capitano pilota Guido Focacci, Franco Gilardini, ex carabiniere, e Luciano Tamburini, ex impiegato alla Confederazione Fascista degli Industriali. Collaboravano saltuariamente con la radio Carlo Campolmi (collegamento con le “bande”), Maria Luigia Guaita (documenti e timbri falsi) e Mario Martini (organizzazione di campi di lancio).

Per sicurezza nella prima trasmissione con gli Alleati venne concordato che, per conferma della identità della missione di Pasqualin e del Pomero, Radio Bari pronunciasse il messaggio convenzionale: L’Arno scorre a Firenze

Avuta la conferma, da gennaio 1944 cominciarono le trasmissioni in stretta collaborazione con la Commissione Informazione del PdA. La radio trasmise informazioni agli Alleati sulle difese lungo la Linea Gotica e altre opere difensive, sul passaggio e dislocazioni di truppe e mezzi tedeschi, sui loro movimenti ferroviari, sulle coordinate di depositi di armi e carburante, sullo spostamento della divisione Göring da nord verso Roma. La radio organizzò anche operazioni di rifornimento, tramite aviolanci degli Alleati, di materiale destinato ai partigiani.

Le trasmissioni avvenivano anche due volte al giorno, avendo cura di cambiare la sede. Radio CO.RA disponeva di più di una decina di basi sicure e, tra queste, come abbiamo già visto, anche l’Istituto di Fisica di Arcetri. La base di Radio CO.RA all’Istituto di Fisica continuò a funzionare fino a quando arrivò all’ateneo fiorentino Ivo Ranzi (1903-1985), esperto in Fisica della Ionosfera, che collaborava con l’esercito tedesco sulla propagazione delle onde radio. Per precauzione Della Corte fece sparire il trasmettitore dagli armadi nei corridoi. Dopo qualche tempo l’Istituto fu oggetto di una perquisizione da parte delle SS, che avevano una lista ben precisa del materiale da prelevare. Della Corte, costretto, durante la perquisizione, ad accompagnare il capitano delle SS, riuscì a capire che la lista era stata fornita dal collega Ranzi. Fortunatamente la strumentazione era ben nascosta e le SS se ne andarono con pochi oggetti (Della Corte, 2024). Ranzi, per questo motivo, dopo la Liberazione fu sottoposto a un procedimento di epurazione con proposta di dispensa dal servizio, cancellata dal Consiglio di Stato per effetto di una legge di amnistia, il D.L. 7 febbraio 1948, n. 48[4]. Il 22 marzo del 1948 la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali negò all’unanimità l’assenso al ritorno di Ranzi sulla cattedra di Fisica superiore e Bruno Borghi, Rettore dell’Università di Firenze, inviò la risposta negativa al ministro. Ranzi fu allora collocato a disposizione del ministero degli Esteri per speciali incarichi di ricerca in Argentina[5].

Per cinque mesi Radio CO.RA continuò a trasmettere fino al 7 giugno 1944, quando militari tedeschi e fascisti fecero irruzione nella sede di Piazza d’Azeglio. Morandi fu ferito gravemente e morì tre giorni dopo. Bocci, Piccagli, Focacci, Gilardini, Larocca, Campolmi furono portati a Villa Triste, sede della polizia tedesca e della banda Carità, e torturati pesantemente. Focacci, Gilardini, Larocca e Campolmi furono deportati a Fossoli e poi inviati in Germania insieme a Ruth Weidenreich, moglie di Piccagli, e a Marcello Martini, figlio quattordicenne di Mario. Marcello fu arrestato per ritorsione perché il padre era riuscito a fuggire durante un’operazione che i nazifascisti avevano effettuato a Montemurlo per arrestarlo. Gilardini, Larocca, Campolmi riuscirono a saltare dal treno prima del confine e a evitare la deportazione in Germania. Ballario e Della Corte si salvarono perché non erano nella sede dell’emittente, Ballario all’ospedale di Careggi e Della Corte a Siena.

Dopo l’irruzione delle SS a Radio CO.RA, anche quattro paracadutisti (Fiorenzo Franco, Fernando Panerai, Pietro Ghergo, Dante Romagnoli) furono arrestati e fucilati insieme a Piccagli, ad Anna Maria Enriques Agnoletti e a un partigiano dell’est europeo il 12 giugno nei pressi di Cercina, alle pendici di Monte Morello. I quattro soldati, insieme a un quinto, facevano parte di una missione di sostegno alla radio, organizzata dagli Alleati, e erano stati paracadutati due settimane prima in un campo di lancio organizzato da Mario Martini a Le Prata, sopra Figline di Prato.

Il 17 giugno Giuseppe Cusmano, militante del PdA imprigionato a Villa Triste, incontrò in cella l’avv. Bocci, ridotto allo stremo delle forze in seguito alle torture subite. Da quel giorno si perdono le tracce dell’avv. Bocci e nessun elemento certo sulla sua fine emergerà durante il processo alla banda Carità.

Dopo il 7 giugno i sopravvissuti della organizzazione riuscirono a far ripartire le trasmissioni con una radiotrasmittente fornita da Levi. Il nuovo gruppo comprendeva, oltre a Ballario, Ludovico De Renzis, Adriano Milani Comparetti[6], uno studente di Ingegneria, Lorenzo Rigutini e, come telegrafista, il capitano del Genio Francesco Campolmi. Il primo collegamento con la sede del comando italiano a Monopoli fu effettuato verso la fine di giugno da una villa a Bellosguardo. Quando ad agosto mancò la corrente elettrica, Ballario mise in contatto Campolmi con Luigi Sacconi e Giovanni Speroni, assistenti di Chimica dell’ateneo fiorentino, e la radio trasmise utilizzando gli accumulatori del Laboratorio di Chimica in via Capponi. Le trasmissioni di Radio CO.RA proseguirono durante la Liberazione di Firenze, fino a settembre.

Focacci, internato nel campo di Mathausen, vi incontrò Angelo Morandi, il padre di Luigi, e durante la prigionia fece da padre a Marcello Martini. Ruth Weidenreich, Marcello Martini e Guido Focacci riuscirono a sopravvivere ai campi di sterminio nazisti mentre Angelo Morandi vi morì nel 1944.

 

 

[1] Relazione di Ballario, Fondo Ballario, Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea (ISTREC) e (Della Corte, 2024).

[2] Giorgio Abetti, Italo Piccagli scienziato, Fondo Piccagli Italo e Ruth, ISTREC.

[3] Relazione di Ballario, Fondo Ballario, ISTREC.

[4] Vedi (Flamigni, 2017).

[5] Vedi (Casalbuoni, Dominici e Mazzoni, 2021).

[6] Fratello di Don Lorenzo Milani.

 

Relazione tenuta il 27 settembre 2024 durante l’iniziativa Conoscenza e Libertà. L’Ateneo fiorentino e i giorni della Liberazione. L’Università di Firenze per la Libertà, organizzata dall’ateneo in collaborazione con L’Istituto Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Università di Firenze