sinistra arcobalenodi Rino Genovese

La notte, naturalmente, รจ quella della sinistra politica italiana (non parliamo di quella di altri paesi, come la Francia, altrimenti non dovremmo scrivere un articolo ma un libro). Dopo assemblee, incontri, riunioni varie, siamo al punto di partenza:ย non s’intravede ancora, nemmeno con il cannocchiale, una lista unitaria per le prossime elezioni. C’รจ chi dice che dipenda dal verticismo di un ceto politico autoreferenziale ย incapace di staccarsi dalle poltrone, o per meglio dire dal desiderio di ritornare in parlamento. Se fosseย cosรฌ, perรฒ, semplicemente cosรฌ, avrebbero subito cercato di mettersi d’accordo tutti, e avrebbero dato vita a un cartello elettorale โ€“ la sola possibilitร  oggi โ€“ delle varie sigle a sinistra del Pd renziano (che, da parte sua, continua a perdere pezzi). Intendiamoci, il cartello non รจ la soluzione migliore, ma a mio parere รจย l’unicaย oggi sostenibile. Tra chi rimpiange il passato e insegue una riedizione del centrosinistra โ€“ sperando ancora che Renzi non sia Renzi, cioรจ quel tipo che cerca i voti a destra per cercare di fare poi,ย da posizioni di forza, una “grossa coalizione” con una parte della stessa destra โ€“, e chi invece crede di potersi inventare unย Podemos all’italiana (mi riferisco ai Montanari e alle Falcone) non c’รจ alcun vero denominatore comune che non sia, appunto, quello di superare la soglia di sbarramento (attualmente al 3%) per fare ingresso nella Camera dei deputati. Il cartello elettorale รจย nelle cose, tutto il resto no, inutile girarci attorno.

Ma โ€“ si dice โ€“ i cartelli elettorali non hanno mai successo: ricordate la Sinistra Arcobaleno di alcuni anni fa? Beh, intanto quell’alleanza almeno al 3% arrivรฒ, perรฒ, siccome in quel momento lo sbarramento per le liste non coalizzate era piรน alto, non ebbe alcun deputato. Si votava allora con una legge elettorale basata sul raggiungimento del premio di maggioranza da parte di una coalizione: una legge che non incoraggiava i piccoli partiti. Oggi, ammesso che non venga cambiatoย in extremis (ma รจ improbabile), il sistema รจ di tipo proporzionale: e questo non scoraggia il voto alle forze minori. C’รจ poi cartello elettorale e cartello elettorale. Meglio un accordo di vertice preciso, su pochi punti programmatici ma chiari, che l’estenuante ricerca di una impossibile unitร  a trecentosessanta gradi. Si vedrร  poi, in parlamento (diciamo pure alla Camera, perchรฉ il Senato,ย sic stantibus rebus, รจ inavvicinabile con il suo sbarramento all’8%), se ci sarร  lo spazio per risultare determinanti in una maggioranza alternativa a quella delle larghe intese, attualmente data come la piรน probabile. Si dร  perfino la possibilitร  che una piccola formazione di sinistra possa fornire un appoggio esterno a un governo renziano mediante una fiducia “tecnica”, a patto di ottenere qualche risultato in materia di politiche sociali โ€“ ipotesi improbabile maย da nonย escludere. Sono comunque situazioni che andranno valutate dopo. Per il momento sarebbe necessaria unaย unitร  di massima, a meno di non volere compromettere tutto presentandosi con piรน liste. In questo caso l’elettorato non perdonerร , e sarebbe un regalo fatto a Renzi.

Infine un’ultima considerazione. Mai piรน “primarie”, mai piรน (finta) scelta delle candidature e della leadership “dal basso”. Queste sono procedure semi-populistiche, vagamente plebiscitarie: servono a inseguire il grillismo sul suo terreno, non hanno alcuna validitร , soprattutto quando si tratta di formare un cartello. Mettetevelo bene in testa, cari amici e compagni: non รจ scimmiottando quello che non si รจ che si diventa quello che, se non altro, si รจ. Fingendo di non essere un “ceto politico” alla ricerca di un consenso anche minimo, non si raggiunge neppure l’obiettivo che altrimenti sarebbe raggiungibilissimo: avere una rappresentanza in parlamento a sinistra del Pd renziano. Poi, se sono rose, fioriranno.