di Rino Genovese
Non si deprecherĆ mai abbastanza il metodo di occuparsi prima del leader e poi dei contenuti programmatici di una coalizione, nĆ© mai sufficientemente si condanneranno le “primarie”, che hanno permesso a un piccolo avventuriero d’impadronirsi con stile plebiscitario dell’unico partito italiano ancora esistente, trasformandolo in un comitato elettorale al suo servizio. E tuttavia neppure si puĆ² negare che, la personalizzazione della politica essendo un fatto (ahi tempi in cui mio padre, votando socialista mi diceva: “si votano le idee non le persone”!), una sua importanza la leadership di una coalizione ce l’abbia, se non altro come sineddoche di un’intenzione piĆ¹ generale. Allora non si comprende perchĆ© la lista unitaria di sinistra in formazione (che nei fatti ĆØ un cartello elettorale fra tre sigle) dovrebbe presentare come bandiera il presidente del Senato Pietro Grasso, ammesso che questi accetti l’investitura, e non piuttosto la presidente della Camera Laura Boldrini.
La candidatura di questa figura ā che di recente si ĆØ staccata da Pisapia con un discorso in cui diceva chiaro e tondo che con il Pd nessuna alleanza ĆØ ormai possibileĀ ā sarebbe molto piĆ¹ caratterizzante, e piĆ¹ di rottura, di quella di Grasso. In primo luogo, ovviamente, perchĆ© si tratta di una donna ā e non mi sembra che, da quando esiste la personalizzazione spasmodica della politica, si sia mai pensato a una donna come leader; in secondo luogo perchĆ© durante l’ultima legislatura lei ĆØ diventata ā per le posizioni assunte e per la bellezza stessa della sua persona e della sua biografia ā la vittima sacrificale preferita della ferocia sessista e fascistoide che si sprigiona dai nuovi media, cioĆØ dalla torva ignoranza diffusa, come risentimento sociale di massa.
Sarebbe anche un monito al renziano ministro Minniti, la scelta di Boldrini: dove il primo non conosce che l’astuzia cerchiobottista ā una lancia spezzata in favore delloĀ ius soli, di cui siamo ancora in attesa, e il piĆ¹ concreto adoprarsi affinchĆ© i migranti restino intrappolati in Libia ā, la seconda riassume in sĆ© l’esperienza di una ex funzionaria dell’Onu impegnata proprio nella gestione del problema dei rifugiati. Insomma, se Grasso, da ragazzo siciliano, ci ricorda che c’ĆØ ancora una lotta alla mafia da portare a termine, Boldrini, da ragazza marchigiana, potrebbeĀ sottolineare che chiudersi nella difesa ottusa delle grandi o piccole patrie, nei mediocri regionalismi, oggi non ha piĆ¹ alcun senso, seppure lo ebbe in passato, e che ĆØ piuttostoĀ al mondo in trasformazione che bisogna guardare.