Paolo Dusi propone in quest’opera una «definizione minima» di laicità analoga, sul piano metodologico, alla definizione minima di democrazia proposta da Norberto Bobbio. E indica, a tal fine, tre significati del principio, tra loro strettamente connessi: la laicità come condizione della pacifica convivenza tra culture, ideologie e religioni diverse, secondo la nozione propostane da Bobbio; la laicità come libertà e autodeterminazione della persona in tutte le scelte che non recano danno ad altri, secondo la definizione di Nicola Abbagnano; la laicità, infine, nel senso più tradizionale, cioè come separazione tra Stato e Chiesa e autonomia del diritto positivo dalle prescrizioni morali delle gerarchie ecclesiastiche.
In tutti e tre questi significati la laicità comporta un “ritrarsi” dello Stato, un suo passo indietro a garanzia della libertà e dell’uguaglianza delle persone, in alternativa alle limitazioni dell’una e dell’altra a opera delle invadenze e dei passi avanti del diritto e dello Stato pretesi invece dalla Chiesa cattolica. Ne consegue una caratterizzazione del principio di laicità come un metaprincipio etico-politico che informa l’intero sistema della democrazia costituzionale.
(Dalla Postfazione di Luigi Ferrajoli).
Paolo Dusi, in magistratura dal 1960 al 2004, ha svolto pressoché tutte le funzioni, ivi comprese quelle direttive (Procura della Repubblica, Corte d’Appello). È stato componente elettivo del Consiglio superiore della magistratura per il quadriennio 1994-98. Ha partecipato ai lavori della Commissione che ha elaborato il Codice di procedura penale per i minorenni. È stato a più riprese presidente dell’Associazione nazionale dei giudici per i minorenni. Ha pubblicato numerosi studi e interventi, soprattutto in materia costituzionale e di diritto della famiglia.