di Paul Arrighi
Accadono cose gravi in Catalogna e nella penisola iberica. L’autonomia e la libertà di autodeterminazione della Catalogna sono messe in causa in maniera brutale da un potere meschino, usurato, senza credibilità né visione storica, donde la pallida e trista figura di Mariano Rajoy, che fa proclamare da quella sorta di camera dei lords senza grandezza né vera legittimità che è il Senato l’improbabile art. 155, con la complicità di quel che resta del Psoe, onta del socialismo europeo.
Sta per determinarsi il peggio, laddove si avrebbe creduto che le basi di Franco fossero definitivamente sradicate!
Noi occitani, che siamo geograficamente e culturalmente almeno tanto vicini alla Catalogna e alla Spagna quanto a Parigi e alla Mitteleuropa, abbiamo troppo sofferto per lo schiacciamento della Catalogna nel 1939 e le vergognose condizione della tragica «Retirada» per lasciare ancora una volta strangolare una speranza. E cosí dobbiamo conciliare memoria, coscienza e avvenire per un mondo retto da logiche meno limitate e meno brutali. Dobbiamo svolgere il nostro ruolo di artigiani per intercedere a favore di un vero compromesso e della pace civile, al servizio di un’altra Europa, che sia davvero piú democratica e vera espressione della libertà dei popoli.
Ciò che occorre evitare a ogni costo è cadere in una lettura schematica degli eventi, in cui saremmo prigionieri dei nostri concetti di Stato-nazione e dei nostri riflessi giacobini, in controtempo e contro la storia. Quanto succede in questo momento in Catalogna e nella penisola iberica non ha niente a che vedere con la nostra lotta di giacobini e girondini, e meno ancora con la guerra di secessione. È una pagina nuova e non violenta verso la creazione di un’Europa che progredisca a un maggior grado di «democrazia di prossimità». E cosí metto in guardia tutti i miei amici e i cittadini sulla disinformazione odiosa e sistematica con cui tale “questione”, tanto complessa quanto essenziale, viene loro presentata dagli ignari che pretendono di dettare la nostra coscienza, incrudelendo nei media di massa. Anche di recente abbiamo potuto constatare, ahimè, a cosa può condurre troppa approssimazione e troppa disinformazione, che permettono ai nostri Signori di giocare sempre lo stesso gioco crudele di inganni!
L’Unione europea, che non perde mai occasione per deluderci e venire mal considerata, falsificando il suo ruolo storico, è una volta di piú assente. Non giudichiamo troppo in fretta, ma miriamo a creare le condizioni di un’informazione veramente fattuale e plurale, a far prevalere il libero dibattito democratico e la reciproca tolleranza sulle facili invettive, e l’autentica libertà dei popoli sulla povera logica dei burocrati statuali, che pretendono di imporci i loro diktat centralisti e oligarchici di un’epoca storica che credevamo rovesciata.