di Vincenzo Accattatis
Non tanto dalla Gran Bretagna, quanto dalla Francia che ha votato per Marine Le Pen, è venuta la più grossa spallata contro l’Unione europea. La Francia è stata infatti sempre una delle due gambe sulle quali l’Europa si è retta, anzi, se si vuole, la gamba fondamentale. La seconda gamba è stata ed è la Germania che oggi, più che sorreggerla, domina l’Unione europea. Anche per questo – in ragione dell’acquisito dominio tedesco – i francesi (per loro natura nazionalisti) sono delusi. Nella pacifica competizione Francia-Germania, è stata la Germania a vincere e in Europa rinascono le paure, i nazionalismi. Dalla Gran Bretagna è venuta un’ondata euroscettica, ma i britannici sono stati sempre euroscettici. Oggi, semplicemente, lo sono un po’ di più. Nel parlamento europeo vi sono i britannici e, fra di essi, il guastatore Nigel Farage, seguito da Beppe Grillo, ma vi sono anche i guastatori Marine Le Pen e Matteo Salvini. La coalizione di fatto conservatori-socialisti, ancora maggioranza in parlamento, naviga quindi in cattive acque, in acque agitate.
L’Unione europea di oggi andrebbe analizzata secondo direzioni molteplici. Ma qui mi limito a trattare alcuni profili. Parto da un interrogativo: l’Ukip (United Kindom Indipendent Party) di Farage è certamente xenofobo, ma è anche razzista come si scrive in Italia?
Secondo l’ “Economist”, che di partiti politici britannici se ne intende, l’Ukip non è un partito razzista anche se al suo interno vi sono dei razzisti veri e propri (vedi Taking down Nigel Farage, in “The Economist” del 17.5.2014). Bisogna tenere presente che in Gran Bretagna vi è già un partito per così dire ufficialmente razzista, il Bnp (British National Party). L’Ukip ha sottratto voti al Bnp, e ciò è un fatto positivo: ha preso voti dal Bnp rendendoli più rispettabili; la vera matrice dell’Ukip è la destra Tory. In sostanza l’Ukip è un partito conservatore xenofobo-nazionalista che si colloca alla destra dei Tory. Molti però in Gran Bretagna sperano che prima o poi parte dell’Ukip confluisca nei Tory in quanto vi sono Tory di destra e (relativamente) di sinistra.
Nelle ultime elezioni europee i laburisti hanno contrastato poco l’Ukip perché sperano che nelle prossime elezioni politiche sottragga voti ai conservatori. In sintesi: l’Ukip prende voti dal partito razzista, ma è una costola Tory: la costola non rispettabile che potrebbe divenire rispettabile nell’avvenire se i Tory sapranno muoversi politicamente. Dietro i Tory, come dietro l’Ukip, vi è la cultura nazionalista-imperialista-conservatrice britannica, quella che si è mostrata a viso aperto con Margaret Thatcher: disprezzo verso i burocrati di Bruxelles, considerati senza patria, e diffidenza verso i tedeschi.
Da aggiungere che l’Ukip è un partito xenofobo ma non privo di una sua cultura politica. Fondato nel 1993, le sue radici, oltre che nei Tory, sono nell’Anti-Federalist League: un gruppo guidato dal professor Alan Sked, della London School of Economics per opporsi al Trattato di Maastricht. La distanza culturale fra Ukip e movimento grillino è enorme. Sull’Unione europea l’Ukip è profondamente acculturato, mentre i grillini non lo sono affatto. Il M5S è rabbia, irriverenza, protesta, volontà di cambiare il sistema politico italiano (veramente marcio), mentre l’Ukip è nato come partito antifederalista europeo. Ha stentato a entrare nel parlamento nazionale, mentre il M5S ha subito affollato il parlamento italiano, battendosi per portare in esso moralità , anche se privo di linea politica; se riuscirà a formarsela, sarà solo vivendo le proprie contraddizioni.
L’Ukip è entrato nel parlamento europeo nel 1999 con tre deputati. Nel 2004 ne ha avuti dodici, nel 2009 tredici, nelle ultime elezioni ha conquistato ventiquattro seggi, mentre il M5S ne ha diciassette: il che vuol dire che numericamente, politicamente e culturalmente il gruppo parlamentare è dominato dall’Ukip. Un dato rilevante: a livello europeo il M5S è del tutto subalterno. Sarà sovrastato dalla cultura liberista anglosassone(il presunto libero mercato non distorto e l’individualismo possessivo). Ma ha scelto di esserne sovrastato.
Elena Fattori, senatrice del M5S, si è dichiarata sgomenta per la scelta fatta in favore dell’Ukip (vedi “laRepubblica” del 20.6.2014), senza però chiarire, specificare, definire il senso di questo sgomento. Occorre invece specificare perché, collocandosi a livello europeo, il M5S trovi una sua definizione.
In conclusione, a livello europeo il M5S può essere detto atlantico e ferocemente antieuropeo. A questo punto si impone una domanda: il M5S è atlantico o è orientato dalla Costituzione italiana? Grillo si è detto in favore della Costituzione italiana e i suoi seguaci, in parlamento, hanno condotto una battaglia in difesa della Costituzione, ma la Costituzione italiana è fondata sul lavoro, mentre quella informale britannica, che piace a Farage, è fondata sul capitale. Di tutto questo Farage e Grillo avranno discusso? E se ne discutessero almeno i seguaci di Grillo?