Numero 8-9 agosto-settembre 2013
A cura di Gianfranco Ferraro e Maria Cristina Fornari
L’interrogativo che permea questo speciale e con cui ogni saggio idealmente si apre, come un omaggio al lavoro della scuola di Colli e Montinari, è dunque un interrogativo “politico” e “polemico”, perché questa e non altra è la caratteristica essenziale di quel movimento critico che l’Aufklärung ha riconosciuto in quanto rapporto, relazione che i moderni istituiscono con il loro presente storico e con la forma stessa della loro esistenza.
In questo, Nietzsche è figlio dell’Aufklärung e in questo, in questa particolare prassi del lavoro intellettuale e filosofico, è riconoscibile il “progetto” di Colli e Montinari e della loro scholé. Il nostro interrogativo finisce, quasi inavvertitamente, con il ricongiungersi a quello di Deleuze: chiedersi chi è e che fine ha fatto Nietzsche oggi, significa chiedersi chi oggi si dispone a leggerlo, in modo critico, cosí come lui stesso vuole essere letto. Lo sguardo non può allora che rivolgersi, anche il nostro stesso sguardo, ai «giovani che stanno leggendo Nietzsche, che lo stanno appena scoprendo»: ed è uno sguardo che deve, a nostro avviso, prima ancora che rispondere, interrogare con umiltà, avvertire incessantemente tutta l’appassionata responsabilità per quella ragione della libertà che Nietzsche, da inattuale del suo tempo, porta con sé a ogni nuova attualità futura.
A patto, naturalmente, di volerlo veramente leggere.