Una rivista che celebra il suo settantacinquesimo compleanno è non solo un fenomeno letterario, ma anche – e forse soprattutto – parte significativa della storia di un paese. Tale è l’esperienza della rivista «Il Ponte», descritta in questo saggio monografico da Roberto Passini attraverso il racconto dello straordinario gruppo dirigente che diede vita alla rivista e ne ha saputo poi nel tempo mantenere viva la tradizione.
È centrale nella narrazione la figura di Piero Calamandrei, che dà alla rivista un’impronta mai successivamente svanita. Tutti conosciamo il giurista fiorentino come una delle voci più alte in Assemblea costituente e la stessa voce la si ritrova nella sua rivista che è parte viva del contesto culturale in cui nasce la Costituzione repubblicana. La presenza in Assemblea e l’attività pubblicistica in Calamandrei si intrecciano, tanto che la rivista partecipa della scrittura stessa della Carta in alcuni dei suoi passaggi più caratterizzanti ed essenziali.
Per questo la posizione del «Ponte» non è stata affatto priva di influenza politica: dal sostegno alle liste che determinarono l’insuccesso della legge truffa nel 1953, all’impegno per l’affermazione della componente progressista dei governi di centrosinistra, alla battaglia per la laicità dello Stato, alla presa di posizione sulla guerra in Vietnam e sulla questione palestinese. Oggi il quadro è completamente cambiato, come ben sappiamo: la sinistra è ai minimi termini. A maggior ragione è significativo il continuativo impegno del «Ponte», ed è molto utile questo saggio di Passini, che contribuisce alla necessità di mantenere una memoria storica che rischia altrimenti di disperdersi.
Roberto Passini (Grosseto, 1962), avvocato civilista, membro del Comitato direttivo della rivista «Il Ponte» e dell’associazione «Giuristi democratici», promotore dei Comitati per la difesa della Costituzione, fondatore della rivista on-line «HyperPolis».