Questi saggi, resi a stampa, quasi tutti, per «Il Ponte», si collocano temporalmente tra il 2016 ed ora, che è tempo di preparazione degli addobbi del Natale 2017. Fanno eccezione alcuni contributi precedenti che qui integrano nuove ricerche su Heidegger o ripensamenti sui princÃpi costituzionali che non da ieri, ma da ultimo con lo sciagurato tentativo renziano di abolizione del Senato, si cercano di affossare. Ci sono poi saggi su Montale e Leopardi, ove forse è insito il filo rosso che collega risalenti attenzioni e preoccupazioni per uno sviluppo tecnocratico che, nel regno della globalità e in assenza di controllo politico, avvilisce la natura e avvelena le radici dell’esistenza.
Che l’ambiente fosse sacro all’uomo e che pensiero ed essere dovessero costituire vasi comunicanti era stato detto dai presocratici, e con quale insistita risolutezza. La perdita di quel rapporto e il venir meno di quella identità agonistica stanno alle origini dell’attuale degrado civile. Se non un antidoto, certo una difesa contro il nichilismo fu da subito e ancora oggi rimane Mnemosine, la antica dea. Era ed è con la memoria, e in particolare con la memoria storica – bene prezioso oggi in dannazione – che può combattersi quel nome terribile che i pensatori trassero da una lettera di Jacobi a Fichte degli sgoccioli del Settecento. Giacomo Leopardi ne avrebbe colto l’essenza, di là a non molto, in appunti di diario del 1821, nella morte del pubblico e nella mercificazione della vita. Indicando, con disarmante lucidità , cause ed effetti.