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Home Negozio Libri Saggi La formazione di una classe dirigente. L’Università italiana alla fine dell’Ottocento

La formazione di una classe dirigente. L’Università italiana alla fine dell’Ottocento

15,00 

Marcello Rossi

La formazione di una classe dirigente.

L’Università italiana alla fine dell’Ottocento

pagine 100

EAN: 9788888861494

SKU: 01561494

È un tratto apparentemente annebbiato, ma in realtà fondamentale nella storia del nostro paese, quello affrontato in questo libro. Annebbiato, nei termini in cui siamo abituati a pensare ai due ultimi decenni dell’Ottocento: una sorta di fotografia di famiglia sbiadita, emersa non si sa per mano di chi e pronta a riscomparire senza che questo determini soverchie preoccupazioni.
E invece sono pagine potenti, queste, che tanto piú tali ci appaiono se poste al cospetto di un universo scolastico, quale quello attuale, piegato sull’attualità e prono ai miti della professionalizzazione. Ne scaturisce una sorta di romanzo, in cui la pluralità delle voci e il contrasto dialettico tra le piú diverse posizioni culturali, che si contrappuntano vicendevolmente, viene tutto ricondotto entro l’alveo di quel luogo di scuola per eccellenza che è l’Università.
Parliamo di un periodo particolarmente delicato, sotto ogni aspetto. Il dato che rileva maggiormente – e che sembra costituire anche il leit-motiv attorno a cui ruota l’intera ricerca – è la volontà costante della borghesia del Regno d’Italia di cercare affannosamente, e con ogni mezzo, di garantirsi la perpetuazione del potere per le generazioni future. Rossi guarda alle reazioni intra ed extra accademiche ai tumulti studenteschi che nell’ultimo ventennio del XIX secolo esplosero e si diffusero in piú sedi e facoltà del territorio nazionale. Si interroga sulle ragioni profonde del malessere, sull’insufficienza, talora vera e propria inesistenza delle risposte politiche.
L’occhio è freddo, distaccato. In quest’ottica intrisa di pathos dialettico, l’allora e l’oggi, in noi che leggiamo, finiscono per confondersi. Sono cambiati i vestiti, i professori non calzano piú scarpe con le ghette, gli studenti non portano piú braghe alla zuava, ma nulla, in realtà, pare cambiato

(dalla Prefazione di Massimo Jasonni).

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