La vita veloce è quel tratto di vita che dall’infanzia porta alla maggiore età e Antonio Santoni Rugiu lo ripercorre attraverso una serie di parole-chiave. Posto cosí il problema, è chiaro che al centro c’è l’autobiografia, e le parole che Santoni Rugiu commenta non sono mai neutre, ma rimandano sempre a un ricordo, a un episodio che lo ha particolarmente attratto, a un avvenimento specifico del suo ambiente.
Il tempo è quello che va dagli anni venti agli anni quaranta del secolo scorso, i luoghi la Sardegna di Sassari e la città di Roma, ma anche la Romagna della costa e la Toscana intorno a Firenze. Il fascismo con le sue regole e la sua mistica la fa da padrone, ma è il fascismo di una famiglia di borghesia colta, vissuto con molti distinguo e molta ironia.
Parole in ordine alfabetico, con cui l’autore chiaramente gioca, che veicolano microstorie sarde e romane, squarci di altre regioni, annotazioni di vario tenore. Nasce cosí un affresco pieno di personaggi fissati da una battuta, da un aneddoto che ne dà i lineamenti essenziali, le fisionomie, i caratteri.
Con queste Parole di vita veloce Santoni Rugiu mostra che questo suo spirito non conformista, e pertanto a suo modo “rivoluzionario” – come per tutte le cose che contano – ha una genesi antica.
Antonio Santoni Rugiu (1921-2011), fu docente di Storia dell’educazione, direttore dell’Istituto di Pedagogia e poi del Dipartimento di Storia dell’Università di Firenze, autore di numerose pubblicazioni di storia sociale, fra cui Storia sociale dell’educazione, Il braccio e la mente, I gioielli di Cornelia.